30 novembre 2009

Andujar lancia il Milan!



Giornata di campionato in cui abbiamo capito, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che l’Inter sta facendo un altro mestiere. Neppure la Fiorentina, regina di Champions, è riuscita a fermare la capolista. A San Siro i viola hanno disputato una gran gara in fase di contenimento, ma sono state poche le occasioni che la retroguardia nerazzurra ha concesso agli ospiti. Le ripartenze ci sono state e potevano anche far male, vedi il palo colpito da Gilardino dopo uno splendido numero ai danni di Samuel. Le recriminazioni degli ospiti per gli episodi dubbi in area, uno a favore e l’altro contro che ha portato poi alla rete di Milito su rigore, contano fino ad un certo punto. L’Inter ha avuto molte più occasioni dei viola e meritava la vittoria. La squadra di Mourinho ha reagito bene dopo la lezione di Barcellona ed ha dimostrato che il campionato italiano è roba sua. Per il momento nessuno pare in grado di metterci le mani.
Qualche speranza di restare in scia dei nerazzurri, dopo il posticipo di ieri sera, forse ce l’ha il Milan. Solo i posteri diranno se la rinascita italiana di Huntelar sarà stata propiziata da Andujar, portiere argentino di belle speranze in forza al Catania. L’olandese, impiegato fino a questo punto della stagione con il contagocce da Leonardo, ha trovato la via del goal con un tiro tutt’altro che irresistibile dal limite, non trattenuto dall’estremo difensore rossazzuro. Secondo voi, se non avesse segnato quella rete liberatoria al 90’, tra l’altro la prima in campionato, avrebbe avuto il coraggio di provare un numero simile in occasione della sua seconda rete personale a distanza di pochi minuti? Quando si dice che nella vita conta la fiducia nei propri mezzi: a volte basta prendere un po’ di coraggio ed anche le cose più difficili diventano possibili. Per questo, dico, che vedremo se Andujar è stato l’unico a credere nelle potenzialità dell’olandese o se anche l'attaccante ex Real Madrid si ricorderà di essere un campione! Per il resto, poco Milan di fronte ad un inesistente Catania; da salvare solo i tre punti che li mantengono in “corsa” per il titolo.
La Juventus rimedia la seconda sconfitta per due a zero nel giro di quattro giorni e non fa grandi miglioramenti sul piano del gioco. Una Juve, a dire il vero, anche sfortunata, punita da una prodezza del brasiliano Nené e che può recriminare su un rigore non concesso. Nonostante le decisioni arbitrali, la squadra di Ferrara deve assolutamente fare di più. Non sono in grado di sapere quale sia il problema della Vecchia Signora, ma non credo dipenda solo dalla scarsa personalità di Diego che deve ancora adattarsi al nostro calcio, come ho letto da qualche parte. Sarebbe troppo rischioso per una squadra come la Juve affidarsi alla vena di un singolo, seppur talentuoso, giocatore. A parte la sconfitta, credo che il dato più sconcertante sia la difficoltà con cui Amauri e compagni riescano a trovare la porta. Sono già quattro le partite consecutive in cui non vanno a segno e gli obiettivi stagionali si stanno pian piano allontanando. Il Milan è salito al secondo posto scavalcandoli in classifica ed in Champions servirà una grande prova per non perdere in casa contro il Bayern Monaco, pronto a rischiare tutto per fare il colpaccio a Torino. Una Juventus di solo carattere non basterà neanche nell’anticipo di sabato prossimo contro l’Inter.
La Roma continua a crescere, anche se Ranieri predica calma e pazienza, invitando tutti a lavorare sodo. Se Totti regge per tutto il campionato, la zona Champions può essere più che alla portata.
Il Genoa non ha avuto pietà della Samp, in un match che per le botte date ha ricordato battaglie campali di altri tempi. Il Parma ha tenuto bene a bada il Napoli formato trasferta e si mantiene in zona Europa League; il Bari non accoglie Malesani, alla prima sulla panchina del Siena, nel migliore dei modi vincendo in rimonta sui toscani.

Sansepolcro - Montevarchi 1-1



Ancora rimandato l'appuntamento con la vittoria per Mobili sulla panchina dei rossoblu. Risultato giusto quello del 43° derby fra padroni di casa e l'Aquila. Giornata tipicamente autunnale con cielo grigio e piovoso. Verona parte inizialmente in panchina ed entrerà solo nel finale.
Primo tempo in cui sono i padroni di casa a fare la partita ed a mettere alle corde i rossoblu.Dopo le prime fasi di studio, è del Montevarchi, al 16', la prima occasione con un tiro di Leto di fuori, alto sopra la traversa.
Comincia a crescere la pressione del Sansepolcro che si riversa sulla metà campo rossoblu: al 30' ottima occasione costruita dal pericolosissimo Zuppardo che, appena dentro l'area di rigore, in girata sfiora il palo.
E' un momento favorevole ai padroni di casa che al 31' passano. Su calcio d'angolo è di Terzini la deviazione vincente che porta in vantaggio il Sansepolcro.
Il Montevarchi ha un momento di sbandamento e rischia di subire il raddoppio al 35' su una splendida rovesciata di Zuppardo.
Sul finire del primo tempo, si rivedono in avanti i rossoblu con Sala che mette al centro per Lorecchio, che si trova smarcato in area ma il suo tiro viene respinto. Siamo al 41' e non ci sono altre emozioni: la prima frazione si chiude con i padroni di casa avanti meritatamente.
E' un Montevarchi trasformato quello che scende in campo nella ripresa e che comincia a macinare gioco fin dai primi minuti.
L'occasione più nitida arriva al 13', quando Angelotti calcia da posizione decentrata colpendo il palo.
E' il 18' il minuto buono per la squadra di Mobili: Chiuchiolo, ancora lui, sale in area in occasione di un calcio d'angolo battuto dallo specialista Leto e con una parabola a spiovere sul secondo palo porta il Montevarchi al pareggio.
Il Sansepolcro tenta di riportarsi in vantaggio, ma la partita adesso è più equilibrata.
Al 45' una punizione di Sala è troppo centrale per impensierire l'estremo difensore dei padroni di casa. Finisce con un pari, probabilmente il risultato più giusto.
Quella di ieri è stata senza ombra di dubbio una bella gara, corretta e giocata a viso aperto da entrambe le formazioni. Nel primo tempo meglio il Sansepolcro, che forse ha avuto il torto di non chiudere la partita portandosi sul due a zero; nella ripresa lodevole la reazione del Montevarchi che ha voluto ed ottenuto il pareggio.
La solita Aquila che mostra un'ottima reazione una volta in svantaggio, ma che sembra affrontare la gara con scarsa cattiveria agonistica e poca personalità.
Menzione speciale per Damiano Chiuchiolo al terzo goal in tre partite consecutive. Appuntamento con la vittoria rimandato alla prossima gara casalinga contro il Castel Rigone.
Alé Alé Rossoblé!

Levanella - Ginestra 1 - 1



Sabato 28 Novembre, all’Antistadio di Montevarchi, si è giocato l’incontro fra i padroni di casa del Levanella e la Ginestra, valevole per la decima giornata del girone d’andata del campionato Arci Eccellenza, girone Valdarno. Come da tradizione, complice anche la storica rivalità fra le due società , sono accorsi numerosi sportivi ad assistere al derby montevarchino dell’Arci.
Tempo variabile e terreno di gioco appesantito dalla pioggia caduta nelle ultime ore; temperatura mite.
Mister Benucci deve far fronte alle numerose assenze, mandando in campo una formazione inedita a centrocampo. Fra i pali la certezza Marini, davanti all’estremo difensore la linea difensiva composta da Riccucci a destra, Coppi e Bucciarelli centrali, con Francini sulla corsia di sinistra. A centrocampo esordio stagionale dal primo minuto per Mazzuoli sulla destra, Morbidelli e Procelli Daniele nel mezzo, Bardelli schierato quest’oggi sulla fascia sinistra. Velotto e Romei confermati in avanti.
Per il Levanella pantaloncini e calzettoni blu con la tradizionale casacca rossoblu; la Ginestra scende in campo con pantaloncini gialli, calzettoni gialloverdi e la maglia bianca con inserti gialli e verdi.
Prime fasi di studio, dove le due squadre si fronteggiano a centrocampo: da notare il sostegno di Francini, libero da compiti di marcatura, a centrocampo sulla fascia di sinistra.
Già al 4' il Levanella si rende pericoloso con un tocco ravvicinato del numero 7 Gimmelli, che termina al lato di poco.
Al 7' si fà vedere in avanti anche la Ginestra: ottima combinazione Velotto-Bardelli:Romei con il centravanti che difende una gran palla dall’attacco di due difensori, riuscendo ad appoggiare in fascia per la sovrapposizione di Bardelli, che entra in area crossando rasoterra per l'accorrente Romei. L’attaccante, da posizione favorevole, spara alto sciupando un'ottima occasione.
Al 20’, dopo essersi liberato elegantemente di un avversario, ottimo tiro da fuori di Batistini, parato da Marini. E’ sempre un piacere vedere come accarezzano la palla giocatori come il numero 10 Batistini. Ancora Levanella al 25’ con un tiro fuori di Gimmelli, che riesce a calciare dopo un buono spunto al limite dell'area.
Al 32’ altra ghiotta opportunità per gli ospiti per portarsi in vantaggio: punizione di Bardelli dalla sinistra, dopo un rimpallo in area la palla arriva sui piedi di Morbidelli che si gira da posizione ravvicinata calciando di forza, ma la palla sibila il palo finendo fuori.
Al 36’ ammonito Procelli Daniele per fallo sul sempre pericoloso Garozzo. I duelli fra l’esperto libero dei padroni di casa ed il bomber gialloverde Velotto hanno dimostrato che la passione ed il costante allenamento permettono di giocare ad alti livelli senza tener conto dell’anagrafe.
Il primo tempo termina sulla zero a zero. Da sottolineare la prova di Riccucci , sempre puntuale e sicuro negli anticipi, non ha concesso niente dalla sua parte.
Nella ripresa subito due cambi per la Ginestra: Francini e Procelli Daniele lasciano per impegni lavorativi ed al loro posto entrano rispettivamente Dini e Belardi.
Al 7’ fermato per un fuorigioco dubbio Bardelli, involatosi solo verso la porta.
Al 15’ Riccucci fa spazio a Gori, mentre al 16’ Dini viene giustamente ammonito dal direttore di gara per aver fatto sentire i propri tacchetti all’effervescente Gimmelli.
18 minuto: Mazzuoli, davvero ottima la sua prova per qualità e quantità, innesca con un bel lancio Romei sulla fascia destra. Gran lavoro dell’attaccante ospite che, con una serie di dribbling, si libera di Garozzo e mette al centro una palla deliziosa per la testa di Velotto. Ottima la scelta di tempo del panzer ospite che insacca a fil di palo, portando la Ginestra in vantaggio.
Aumenta il ritmo di gioco del Levanella, che adesso sposta il proprio baricentro più avanti alla ricerca del pareggio.
Al 25’ gran salvataggio di Dini quasi sulla linea di porta dopo una gran rovesciata di Gimmelli. Davvero un bel gesto tecnico quello dell’attaccante del Levanella che meritava più sorte.
Al 30’ gran opportunità capitata sui piedi di Batistini che, da posizione favorevole, calcia di punta per anticipare l’intervento di difensori e portiere, ma il suo diagonale termina fuori.
Al 36’ c’è tutta l’esperienza di Garozzo nel numero che riesce a compiere sulla sinistra liberandosi con un paio di finte del diretto avversario e mettendo al centro un cross insidioso sul secondo palo: provvidenziale l’intervento di Bardelli di testa a liberare. Nel frattempo Morbidelli, claudicante, è costretto ad uscire: dentro Giusti per i minuti finali.
Quello del Levanella è un vero e proprio arrembaggio: Romei si schiera addirittura sulla linea dei difensori per dare manforte ed offrire il proprio contributo di esperienza in copertura sulle avanzate Garozzo, ormai attaccante aggiunto.
Sono 6 i minuti di recupero decretati dal direttore di gara che, oltre alle sostituzioni, pare abbia tenuto conto di tutte le volte che il gioco è stato fermo per battibecchi vari, tipici di un derby che è stato sostanzialmente corretto.
Con i padroni di casa catapultati nella metà campo della Ginestra alla ricerca del pari, fioccano le occasioni in contropiede gli ospiti. Al primo minuto di recupero, gran assolo di Giusti che in velocità resiste ad una carica e si presenta solo al limite dell’area di rigore, ma il suo diagonale si perde sul fondo.
Appena un minuto dopo, clamoroso liscio del portiere del Levanella uscito fuori dall’area con i piedi che svirgola il pallone, che finisce nella zona di Velotto che: in corsa, calcia dal limite a botta sicura verso la porta sguarnita, ma inspiegabilmente la palla si impenna e termina alta sopra la traversa. Probabilmente il bomber ha cercato di imprimere più forza al tiro, nel timore che il pallone si fermasse sul campo pesante, ma colpita troppo sotto la sfera si è alzata troppo finendo fuori.
Il calcio è così, ha le sue leggi, e dopo un goal sbagliato capita sempre l’occasione per gli avversari. Il Levanella non perdona e proprio all'ultimo minuto di recupero pareggia: l’azione è rocambolesca e vede un tocco di pancia da parte del nuovo entrato Carlos. Nell’azione del pareggio, il giovane attaccante di colore sembra quasi togliersi dalla traiettoria del tiro scagliato dal limite dal suo compagno di squadra; in realtà sfiora la palla quel tanto che basta per mettere fuori causa Marini e far esplodere di gioia tutta la squadra.
Beffa per la Ginestra che proprio nel recupero ha sciupato due occasioni nitide per raddoppiare e chiudere i conti. Squadra tosta e ben messa in campo il Levanella, difficile da affrontare per chiunque. Una volta in vantaggio, la Ginestra ha commesso il solito errore di arretrare troppo regalando metri e lasciando l’iniziativa ai padroni di casa. Un punto prezioso su un campo difficile non è da buttare per i gialloverdi, ma per come si erano messe le cose, la Ginestra doveva chiudere il match e portare a casa i tre punti. Per il Levanella arriva un ottimo punto dopo due sconfitte consecutive contro Penna e Leccese; buona, fra i padroni di casa, la prestazione del numero 8 Donnini che, fin quando non è stato costretto ad uscire per infortunio, ha dato ordine e sicurezza a centrocampo. Come sempre è un piacere veder giocare Batistini ma una citazione speciale la merita Garozzo, vera e propria anima del Levanella, che ha preso per mano i suoi portandoli al pareggio.
Nella Ginestra buona la prova di tutto il comparto difensivo, mai troppo in affanno sulle iniziative dei padroni di casa; generose, come sempre, le prove dei centrocampisti e da elogiare il lavoro dei due attaccanti che hanno corso per tutti gli 80 e più minuti di gioco.
Buone notizie dall’infermeria in casa gialloverde, dove hanno ripreso ad allenarsi con il gruppo Caiani, Marcheselli e Monacelli, quest’ultimo dovrebbe essere già a disposizione per il prossimo impegno casalingo contro il Bucine/Mercatale

Nella foto in alto, Remo Checcacci, figura fondamentale e personaggio indispensabile nella Ginestra.

27 novembre 2009

Che prova d'amore!



Cosa succederebbe se una qualsiasi squadra italiana venisse sommersa di reti in una finale di una competizione continentale? Scommetto riceverebbe un’accoglienza alquanto “calorosa” al rientro in aeroporto: conoscendo i nostri tifosi, li farebbero proprio la “festa”! Magari condita dal lancio di uova marce ed inviti, tutt’altro che garbati, ad andare a lavorare. Quanto volte abbiamo visto in tv le immagini dell’aeroporto di Roma o di quello di Milano, con i giocatori che uscivano scortati dai poliziotti per evitare l'assedio dei tifosi!
Ieri sera, intorno alla mezzanotte ora locale, i giocatori della Fluminense, team brasiliano che disputa il campionato di serie A, sono sbarcati a Rio de Janeiro, di ritorno dalla lunga trasferta di Quito, capitale dell’Ecuador. I carioca sono stati capaci di perdere la finale d’andata dellaCoppa Sul-Americana ( la seconda competizione continentale per importanza, dopo la Coppa Libertadores ) con l’imbarazzante punteggio di 5 a 1, contro i padroni di casa del LDU ( Lega Deportiva Universitaria ), rendendo con tutta probabilità inutile la partita di ritorno al Maracanà, in programma il prossimo 2 dicembre. Solo un miracolo sportivo potrebbe ribaltare la situazione e sovvertire il pronostico.
La polizia presente all’aeroporto non si aspettava un’affluenza simile di tifosi, considerata anche l’ora tarda; invece ha dovuto fronteggiare a fatica l’assalto di circa 300 tifosi. Tutto faceva pensare al peggio, invece l’accoglienza riservata ai propri giocatori dai tifosi è stata unica. Si è trattata di una vera e propria prova d’amore: “uno spettacolo da far venire i brividi, non possiamo deluderli ” ha dichiarato, in preda all’emozione, il centravanti ex Lione, Fred. Gli stessi giocatori sono rimasti sorpresi da una simile accoglienza. I tricolores ( tifosi della Fluminense definiti così per i tre colori sociali verde-bianco-granata della squadra ) hanno trasformato lo scalo degli arrivi in una tribuna del Maracanà : sventolio di bandiere, esposizione di striscioni e cori di incitamento a non mollare e crederci ancora. I poliziottti sono riusciti a fatica a formare un piccolo cordone per il passaggio dei giocatori, ma non si è registrato nessun problema: la gente aveva solo bisogno di abbracciare e trasmettere il loro affetto ai propri beniamini. Emblematico uno striscione che mostrava la scritta: “ Nei momenti belli sono con te, in quelli difficili ti amo”.
In questa frase ritengo viva l’essenza di quello che dovrebbe essere il tifo, la passione verso la propria squadra di calcio o verso qualsiasi altro idolo sportivo. Cori con il nome di ogni giocatore scanditi ad alta voce, hanno animato gli arrivi dell’aeroporto Galeão, di Rio. I giocatori sono stati accompagnati dai tifosi fino alle proprie auto, parcheggiate appena fuori lo scalo: durante tutto il tragitto, sono state intonate canzoni a ritmo di batteria e lo show dei torcedores è terminato solo una volta aver recitato tutti insieme l’inno ufficiale della squadra.
I tifosi hanno voluto dimostrare la loro vicinanza ai giocatori in un momento delicato nella stagione della Fluminense. Prima della sconfitta contro gli ecuadoriani dell’LDU, erano ben 13 partite che il Fluzão non perdeva un incontro ufficiale: una striscia positiva che lo ha portato in finale di coppa e fatto risalire posizioni preziose in campionato.
La squadra, guidata ad inizio stagione da una vecchia conoscenza del calcio italiano, l’ex ala destra Renato Portaluppi ( una sola stagione e neanche troppo felice nella Roma dell’88/89 ), è stata affidata al tecnico Cuca a campionato in corso, nella speranza di raggiungere un’insperata salvezza. Mancano solo due sole giornate al termine del Brasileirão e la Fluminense si trova in quart’ultima ( in Brasile retrocedono le ultime quattro ) posizione con 42 punti, staccata di sole due lunghezze da Botafogo, Atletico Paranaense e Curitiba. Dipende solo da se stessa. Nel prossimo match casalingo di domenica deve assolutamente battere il Vitoria e puntare a giocarsi tutto nell’ultima di campionato in casa del Curitiba, in uno scontro che si preannuncia al cardiopalmo.
Per l’assegnazione del titolo, invece, sembra essere ormai una lotta a due fra il San Paolo, in cerca del quarto successo nazionale consecutivo, ed il Flamengo, trascinato dalle reti ( ben 19! ) dell’imperatore Adriano. Mengão che domenica prossima affronta proprio il Corinthias dell’amico Ronaldo ed ex compagno ai tempi dell’Inter: una sfida ricca di significati, dove il Fenomeno dovrà calpestare i propri sentimenti e dimenticare, almeno per un giorno, la sua fede calcistica per il Flamengo.
Il San Paolo farà visita al Goias, capace il turno precedente di fermare sullo zero a zero il Flamengo, in un Maracanà pieno zeppo in ogni ordine di posto e pronto ad esplodere in caso di conquista della vetta della classifica.
Indipendentemente da chi vincerà il Brasileirão o da chi riuscirà a salvarsi, resta la lezione d’amore sportivo che i sostenitori della Fluminense hanno regalato al calcio. Per questo, non me ne vogliano gli amici brasiliani tifosi delle altre squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere, spero proprio sia il Fluzão di Rio de Janeiro, meravigliosa città natale dell’amico e giornalista Mauricio Motta, a salvarsi!

26 novembre 2009

Champions: qualificazione rimandata



Serata senza sorrisi per le italiane impegnate in Champions League. Il Milan non va oltre il pari interno con il Marsiglia, rischiando addirittura la sconfitta nel finale. La Juventus, in trasferta a Bordeaux, perde due a zero dopo una prova scialba che non lascia spazio a recriminazioni.

E’ la solita Juve che soffre la pressione degli avversari quando gioca in trasferta e non trova la forza per reagire. Ferrara dovrà lavorare a lungo sulla mentalità dei suoi e farli credere nelle loro potenzialità, puntando sul fatto che sono una squadra che ha i mezzi per vincere ovunque. Il Bordeaux, dal canto suo, ha avuto più occasioni dei bianconeri; già allo scadere del primo tempo, Buffon ha dovuto compiere il primo miracolo della serata uscendo alla disperata. La mano di Blanc, vecchia conoscenza del calcio italiano e compagno di squadra di Ferrara e Cannavaro ai tempi del Napoli, si vede eccome in questa squadra: l’ex libero di Barcellona, Inter e Manchester United voleva il primo posto nel girone, nonostante la qualificazione fosse già cosa certa. I suoi ragazzi lo hanno accontentato, sfoderando una prestazione maiuscola. Intelligente e pragmatica come il suo allenatore, il Bordeaux ha mantenuto a lungo il pallino del gioco, non permettendo ai bianconeri di rendersi pericolosi. Le due reti francesi sono nate entrambe da palle inattive, fatto che dovrà far riflettere Ferrara e tutto il reparto difensivo della Juve. La Vecchia Signora ha avuto un’unica occasione per pareggiare, sotto per uno a zero, quando un invitante cross dalla destra di Del Piero ha visto prima Diego e poi Amauri mancare la deviazione decisiva ad un metro dalla porta. Una gara di scarsa personalità per la Juve; poteva e doveva sicuramente fare meglio contro un Bordeaux che la scorsa stagione ha vinto il campionato dopo sette anni di dominio Lione, ma che a livello di organico non è certo superiore alla Juventus. Da rilevare, purtroppo, alcuni cori di stampo razzista nei confronti di Balotelli, scanditi dai soliti imbecilli di razza, che definire tifosi della Juventus non me la sento proprio.

La nota lieta in casa Milan è che Ronaldinho è tornato. Non che si fosse allontanato da Milano, sia chiaro, ma è tornato sui livelli di classe che gli sono propri. Ha giocato con personalità, trascinando i suoi e regalando colpi d’alta scuola. Capiva anche lui che la forma lo stava supportando e tutto gli veniva facile; spinto dall’entusiasmo e dalla voglia di portare i suoi alla vittoria, più volte ha invitato il pubblico di San Siro ad infiammare la torcida. Lo stesso Nesta, rientrato questa stagione dopo un lungo periodo di inattività dovuto ad infortunio, dimostra di non aver perso tutta la classe cristallina che lo ha sempre contraddistinto. Anche ieri sera, in occasione di alcune chiusure, l’eleganza con cui si è mosso è stata davvero degna di nota. A tratti è un piacere vedere il Milan di questa stagione. Così è stato per la fase iniziale dell’incontro di ieri sera: fino alla prodezza di Borriello che ha portato in vantaggio i rossoneri. Dopo è tornato il solito Milan che concede troppo, pecca di equilibrio e non oppone filtro a centrocampo. Nel finale sono stati troppi i rischi corsi dalla squadra di Leonardo che, come obiettivo minimo, non doveva assolutamente perdere per evitare di rimettere in corsa il Marsiglia di mister Deschamps. L’ex juventino ha plasmato l’Olimpique a sua immagine e somiglianza: una squadra determinata e coriacea, scesa in campo al Meazza senza timori reverenziali.

Per Juventus e Milan sarà fondamentale l’ultimo turno, dove i bianconeri dovranno cercare di non perdere contro i tedeschi del Bayern Monaco, vittoriosi uno a zero ieri sera nella gara interna contro il Maccabi Haifa. Per i rossoneri, in trasferta a Zurigo, sarà meglio vincere per evitare sorprese provenienti da Marsiglia, dove i francesi affronteranno il Real Madrid.



Risultati Arci Eccellenza Valdarno - 9°a Giornata



Risultati

Giglio V. Pietr. Pol. R.Masi 2 - 3
Ginestra Arci Levane 1 - 1
Leccese Levanella 1 - 0
Ponterosso Incontro 2 - 0
Arci Penna Arci Buc/Merc 1 - 2
Bocciofilo Fulgor Incisa 2 - 4
GSA Cascia Arci Matassino 0 - 0
Italfiasco Pol. Pietrapiana 4 - 0


Allungano le prime due della classe dopo la nona giornata: la capolista Leccese la spunta di misura sul Levanella, alla seconda sconfitta consecutiva, mentre la diretta inseguitrice Ponterosso regola per due zero l'Incontro, sul proprio campo. Frena, invece, la propria corsa il Matassino, di scena a Reggello contro il Cascia. Padroni di casa che, a conferma dell'ottimo campionato disputato fin ad ora, inchiodano sullo zero a zero la corazzata Matassino. La Ginestra viene soprendentemente fermato sull'uno a uno interno dal Levane, ultimo in una classifica alquanto bugiarda per quanto visto sul campo del Pestello Verde. Sale nell'olimpo dei grandi l'Italfiasco, che travolge con quattro reti la Polisportiva Pietrapiana sul proprio campo. Importante successo esterno della Remo Masi, reduce dall'amara sconfitta in casa della Ginestra, che espugna con un rocambolesco tre a due il campo del Giglio Verde Pietrapiana. Il Bucine/Mercatale, grazie al successo in trasferta sulla Penna, lo aggancia in classifica. Per le zone basse della classifica, preziosissimo successo della Fulgor Incisa sul campo del Bocciofilo: con questo successo, gli incisani sorpassano in classifica i sangiovannesi, lasciandoli fermi a quota cinque punti. Nel prossimo turno spicca il derby di Montevarchi fra il Levanella e la Ginestra, mentre due trasferte insidiose attendono le prime della classe: la Leccese farà visita al Bucine/Mercatale ed il Ponterosso sfiderà la temibile Remo Masi. Prova del nove anche per l'Italfiasco, chiamata a confermare il suo momento positivo in casa del Matassino.


Classifica

Leccese Usd 23
Ponterosso GS 22
Arci Matassino 19
Ginestra GSA 17
GSA Cascia 17
Italfiasco APD 15
Pol. Remo Masi 13
Levanella 13
Arci Penna 12
Arci Buc/Merc. 12
Pol. Pietrapiana 8
Fulgor Incisa 7
Bocciofilo 5
Giglio Verde Pietrap. 4
Incontro 3
Arci Levane 3


Prossimo Turno

Pol. Pietrapiana Arci Penna
Ven 27/11 ore 21.30 Regg.
Arci Buc/Merc Leccese
Lun 30/11 ore 20.45 Buc.
Arci Levane Giglio V. Pietr.
Sab 28/11 ore 15.00 M.Var.
Incontro Bocciofilo
Sab 28/11 ore 13.20 Fir.Sud
Levanella Ginestra
Sab 28/11 ore 13.30 M.Var.
Pol. R. Masi Ponterosso
Lun 30/11 ore 21.00 Rufina
Arci Matassino Italfiasco
Sab 28/11 ore 14.30 Figline
Fulgor Incisa GSA Cascia
Lun 30/11 ore 21.15 Incisa

25 novembre 2009

Dalla Ginestra alle stelle (Pt.5)



La disfatta

Capita anche alle grandi della classe di inciampare in una giornata storta e rimediare una figuraccia in campionato. Certo, ogni sconfitta ha la sua storia e le sue cause. Quando quattordici elementi su quattordici, contando anche i tre cambi della ripresa, non si reggono in piedi dal portiere fino al centravanti, di sicuro non è il modulo tattico il problema.
Quando il capitano, storicamente un leone in mezzo al campo nell'intercettare e proteggere i palloni, non si sposta di un metro e il massimo stacco da terra è di tre centimetri, diventa difficile per i compagni fare meglio. Che la giornata non fosse delle migliori lo si doveva intuire subito, fin dal tragitto verso il campo. Il lungo ed esperto portiere, tanto per citarne uno, aveva cominciato a sbadigliare fin dal sottopassaggio del Pestello; dopo la doccia, ancora non del tutto sveglio, non riusciva ancora a tener chiusa la bocca. Fortuna sua nostro Signore gli ha messo le orecchie, altrimenti la bocca gli avrebbe fatto il giro della testa! Non stavano di certo meglio gli altri componenti del reparto difensivo. A destra, sembrava giornata di lutto per la posizione a mezz'asta degli occhi del laterale. Incredibile come non riuscisse ad aprirli più di 20 gradi. Neanche un maldestro stop di petto, che gli fece rimbalzare violentemente la palla sulla faccia, contribuì al suo risveglio. I centrali non se la passavano molto meglio, impegnati com'erano nel tentare di non cadere nella trappola del fuorigioco: tattica che, notare bene, loro stessi provavano ad attivare per fermare gli attaccanti avversari. Notoriamente il fuorigioco, perché funzioni e non si trasformi in un boomerang, si deve basare sulla perfetta sincronia di movimenti fra tutti i componenti della linea difensiva. Nella disfatta di quel giorno, il libero saliva mentre lo stopper arretrava o viceversa. Nei rari momenti in cui si incrociavano, uno ricordava all’altro di stare con gli occhi ben aperti e di non far caso a tutta quella gente che si infilava da ogni parte. Una pacchia per gli attaccanti. Lo stantuffo di sinistra, conosciuto in tutto il Valdarno per i crateri provocati al momento dello scatto, sembrava piantato fino alle caviglie. Neanche investito da due giocatori avversari in corsa riuscì a smuoversi per più di un metro.
Una crisi tanto profonda quanto inspiegabile! Il reparto di centrocampo non aveva niente da invidiare ai colleghi di difesa. Gravi problemi motori flagellavano chi di solito aveva il compito di spezzare la manovra offensiva e recuperare palloni. Non a caso venivano giù come la grandine. Anche l'altro centrale di mediana non si incontrava particolarmente reattivo sulle palle alte. Mostrava un gran senso di posizione su ogni rinvio del portiere, ma di colpire il pallone neppure l'ombra; nonostante gli rimbalzasse periodicamente a meno di un metro, riusciva solo a guardarlo ed alzare le mani in segno di resa. Non era proprio giornata. La fascia destra, contrattualmente di proprietà del Cristiano Ronaldo del Pestello, era stata presa in prestito, senza diritto di riscatto, dagli ospiti per dare luogo a scorribande indisturbate. Per il fenomeno di casa, riuscire a controllare la palla e portarla avanti per più di un metro era un'impresa improponibile. Le cose non andavano di certo meglio a sinistra, dove i piedini di fata del regista stavano attraversando un'inquietante mutazione genetica. Dalla stanchezza che si trascinava dietro, i suoi piedi non riuscivano più a stare in piedi! Non si trattava di un bisticcio linguistico, oddio non che si esprimesse proprio bene a parole, ma di un problema motorio molto serio. Mi spiego meglio: in certi frangenti dell'azione, era il tallone a sopportare l'intero peso del corpo, mentre in alcune fasi di gioco, come ad esempio nel momento dello scatto, o meglio di quello che ne era rimasto, erano le punte dei piedi a doversi sobbarcare il goffo compito di portarlo in giro. Uno spettacolo tragi-comico per il pubblico: improvvisamente il Pestello Verde si era trasformato in un surrogato della Scala di Milano. Il problema era che i provetti ballerini non erano in grado neanche di camminare sulle punte...Figuriamoci di correre!
Gli attaccanti, abbandonati là davanti al loro destino solitario, si supportavano a vicenda, o meglio si reggevano a vicenda approfittando dei rari calci da fermo a favore. Dopo un batti e ribatti in area, molto coraggiosamente il centravanti aveva provato a colpire la palla al volo, esibendosi in una quanto mai improbabile girata. Gesto tecnico che già a condizioni normali presenta un coefficiente di difficoltà altissimo, figuriamoci in quella disgraziata mattina. La palla venne ciccata clamorosamente, ma il colpo più forte che si udì fu quello della colossale “gropponata” battuta per terra dall'attaccante. Il cambio fu la conseguenza più naturale per terminare l'azione offensiva e cercare di riportare un po’ di dignità calcistica. Anche il suo compagno di reparto non appariva in grande condizione. Approfittando di una clamorosa uscita a vuoto del portiere, si era trovato la porta spalancata: la palla a spiovere proprio all'altezza del secondo palo, dove lui si trovava ben appostato ( forse piantato ), non aspettava altro che essere appoggiata in rete. La distanza dalla linea di porta era irrisoria ed il difensore più vicino si trovava a dieci metri: nonostante le condizioni favorevoli, mancò l'appoggio in rete, andando addirittura a sbattere con la testa sul palo. Altro doveroso cambio per il bene del calcio e per la disperazione del mister in panchina.
Il passivo stava cominciando a diventare pesante anche per la pazienza del presidente, schiumante di rabbia e rimasto senza voce dai tanti moccoli sacrificati, giunto ormai sulla soglia degli spogliatoi. Una debacle psico-fisica di queste proporzioni non si era mai vista, neanche a queste latitudini calcistiche. Nell’immediato dopo gara, il primo pensiero della dirigenza fu quello di risalire alla cause di una simile condizione pietosa. Come sempre succede in questi casi, fu una soffiata ad aprire gli occhi dell’allenatore e farlo interrogare su cosa potesse essere successo la sera prima della partita…

Dolce-amara Champions



La Fiorentina dei Della Valle, tanto criticati per non aver investito abbastanza nella squadra, scrive una pagina importante di storia della società viola. Dopo la vittoria di ieri sera sul Lione per uno a zero, la squadra di Prandelli si è garantita matematicamente l’accesso agli ottavi di Champions League con un turno di anticipo. In curva Fiesole non è roba da tutti i giorni festeggiare simili traguardi, forse è arrivato il momento di esporlo uno striscione con bel grazie alla proprietà!

La Fiorentina è scesa in campo col piglio della grande squadra, determinata ad ottenere solo quell’unico risultato che potesse garantirle il passaggio del turno: la vittoria. Fin dai primi minuti era palpabile la tensione fra i giocatori viola, ma col passare delle azioni la sicurezza di poter compiere l’impresa scacciava il terrore di sbagliare il passaggio decisivo. I due pali a distanza ravvicinata fra il 10’ e l’11’ hanno dato sicurezza ai padroni di casa che, a testa bassa, hanno messo alle corde i francesi. Dopo la rete di Vargas intorno alla mezz’ora del primo tempo, i ragazzi di mister Prandelli, orfani di Mutu e con Jovetic in panchina, hanno gestito bene il vantaggio. Anche nella ripresa, il Lione è stato contenuto bene, perlomeno fino a quando le gambe hanno retto. Nei dieci minuti finali, la Fiorentina ha ceduto terreno al Lione, che si è reso pericoloso sfiorando il pareggio in ben tre occasioni. Miracolosi, senza ombra di dubbio, gli interventi di Frey che hanno permesso alla sua squadra di passare il turno di Champions.

Il cedimento dei viola nel finale potrebbe esser stato anche di natura psicologica, perché dopo aver giocato una partita di tale intensità agonistica e vedere il traguardo così vicino, a solo pochi minuti di gioco, ti paralizza le gambe ed annebbia il cervello. Difficile rimanere lucidi quando la metà si intravede, ma ancora la si deve raggiungere. Al fischio finale, il giusto tributo dei tifosi che hanno abbracciato idealmente tutta la squadra raccolta nel cerchio di centrocampo con le mani levate al cielo.

Che il Barcellona campione d’Europa fosse superiore all’Inter, probabilmente era cosa nota. Non capisco tutto lo sdegno giornalistico di fronte alla prestazione incolore dei nerazzurri al Camp Nou. Definire quella di ieri sera la peggior partita di Mourinho in Europa da quando si trova alla guida dell’Inter, mi sembra una cattiveria gratuita. Le peggiori o migliori partite si valutano anche in base al calibro dell’avversario che si affronta. Forse molti opinionisti non avevano assistito alla partita di San Siro, dove il Barcellona, seppur con meno autorità rispetto a ieri, aveva comunque annichilito i padroni di casa sul piano del gioco. In quell’occasione, gli ospiti non erano riusciti a segnare e di conseguenza ne era venuto fuori un prezioso pareggio per la squadra di Moratti; non a caso, il saggio Mourinho dichiarò che si trattava di un punto guadagnato, nonostante la gara si fosse disputata a Milano.

Catalani che ieri sera, con Ibra e Messi fuori per infortunio, si sono affidati solo e soltanto alla forza del collettivo, applicando alla lettera gli schemi di mister Guardiola. I risultati si sono visti fin da subito: geometrie di gioco che tagliavano a fette la metà campo interista, passaggi al buio per inserimenti che arrivavano puntuali ed un monumentale Iniesta, imprendibile in mezzo al campo con la palla fra i piedi. Qualcuno, per caso, voleva pure vincere? Invece di affondare il coltello nella piaga, credo sia più utile salvare i pochi aspetti positivi dei nerazzurri e non accanirsi sui singoli giocatori, quando è stata la squadra intera a soffrire il pressing a tutto campo dei padroni di casa. Difficile impostare il gioco quando neanche Julio Cesar, in fase di rinvio, sapeva a chi passare la palla! I catalani occupavano gli spazi in maniera intelligente ed in fase di non possesso non lasciavano respirare i nerazzurri, aggredendoli fin nella loro metà campo. Qualcuno, per caso, voleva provare ad imbastire una trama offensiva ? Sono d’accordo nel riconoscere che il Rubin Kazan’ non solo non ha perso a Barcellona, ma è pure riuscito a vincere; ma con il Barça nella forma psico-fisica di ieri sera non c’era proprio niente da fare. Il secondo tempo, complice anche il rassicurante vantaggio dei campioni d’Europa, ha visto l’Inter soffrire meno la pressione blaugrana e tentare qualche sortita offensiva.

Il problema principale resta la mentalità. Il concetto di squadrone in Italia è ancora diverso da quello che si intende all’estero, soprattutto in Spagna ed Inghilterra. Le squadre che puntano alla vittoria in Europa, si basano sul possesso palla dal primo all’ultimo minuto e privilegiano il gioco di squadra rispetto alle giocate ed ai colpi di classe dei singoli. Che l’Inter in Europa debba crescere ancora per poter sperare di giocarsela fino alla fine è cosa risaputa. Altrettanto noto a tutti deve essere che, per il momento, non sono le partite di ieri sera quelle da vincere. La qualificazione non è compromessa ed il girone dei nerazzurri si è rivelato più equilibrato di quanto si pensasse, dato che ancora tutte le squadre sono in lizza per passare il turno. Non è il momento di fare drammi né provocare inutili allarmismi, il Barcellona è superiore all’Inter così come il Brasile lo è all’Italia. Qualcuno, per caso, dopo la sconfitta in Confederations Cup ha messo in croce Lippi? Non mi sembra. Anche il viareggino, così come ha fatto Mourinho ieri sera, aveva serenamente ammesso che i verdeoro erano superiori all'Italia. Nessuno gridò allo scandalo. Con buona pace di tutti, è bene lavorare sodo per arrivare in forma al momento decisivo della stagione, dove solo allora una sconfitta potrà determinare l'esito di un'intera annata.

24 novembre 2009

Salta la panca!



Diversi allenatori, già dopo la tredicesima d'andata, hanno la certezza di poter prenotare per tempo le vacanze di Natale. Sono già in due quelli sicuri di non mangiare il panettone insieme ai giocatori con cui hanno cominciato la stagione. Oltre ai freschi esonerati Baroni e Zenga, abbiamo motivo di credere che anche mister Ballardini abbia i giorni contati. Non vogliamo assolutamente gufare la panchina del tecnico ravennate, piuttosto che augurare sciagure sportive a qualcun’altro, ma quando il destino è segnato, non possiamo opporci. Il destino, in questo caso, è rappresentato dal presidente della squadra di calcio per cui si lavora e dal quale si è stipendiati. Cosa non di poco conto pensando alle cifre a sei zeri che certi tecnici percepiscono.
Esonerare Baroni a Siena è stato fin troppo facile. La stessa dirigenza che a suo tempo aveva avallato e finanziato la campagna acquisti della squadra, una mattina si sveglia convinta che far tornare Baroni alla guida della squadra primavera, possa contribuire alla salvezza del Siena. Da toscano quale sono e penso, glielo auguro di cuore. Nel caso specifico del Siena, prima di Baroni, il problema si chiamava Giampaolo. Il tecnico nato a Bellinzona era uno che l'anno scorso faceva i miracoli a quattro mani sotto la torre del Mangia; d'altronde, fin dai tempi antichi chi faceva troppi miracoli non ha riscosso molto successo. Francamente, poi, è difficile continuare a fare i miracoli quando la linea difensiva è composta da Ficagna ,Terzi, Rossettini ed il centrocampo prevede Rosi, Vergassola, Codrea, Ekdal. Meglio lasciar stare, allora, e provare solo con qualche schema tattico. La presidenza ha deciso di cambiare ancora: così, dopo Giampaolo e Baroni, ecco pronto per correre il palio Alberto Malesani da Verona. Con lui i giocatori e tutto l'ambiente senese dovranno stare molto attenti a come si comportano. Anche i tifosi, oltre ai giocatori, dovranno dare il 110% in campo. Dopo l’esperienza greca, Malesani è diventato il terrore di giornalisti e giocatori: memorabile fu il suo sfogo dopo un pareggio contestato, pare, da tutto l'ambiente. Per capire di cosa sia capace, basti guardare la faccia terrorizzata dell’interprete seduta a fianco a lui durante la conferenza stampa in Grecia ( per chi non lo avesse ancora visto, trovate il video su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=CQm9RJfoVoA). Malesani è uno che alla base di tutto colloca il culto del lavoro, al quale dedica personalmente 24 ore al giorno!
Ci vorrebbe un po’ più di pazienza e di rispetto verso il lavoro delle persone. So che è più comodo cambiarne uno che tutta la squadra, ma anche così resterà sempre difficile trovare il giusto equilibrio. Speriamo che la cosiddetta “scossa all'ambiente” serva al Siena per tornare alla vittoria; pazienza se l’intesa di gioco, dopo l’arrivo del terzo allenatore in tredici giornate, non sarà perfetta.
Personalmente penso che Zenga avesse messo in conto che la sua avventura sulla panchina del Palermo sarebbe potuta terminare così. Così inteso nel senso della più totale assenza di segnali di preavviso e con la sola colpa di aver pareggiato, pur giocando malino, un derby col Catania al Barbera ( dopo che l'anno scorso proprio il Catania guidato dall'uomo ragno ne aveva rifilati quattro ai rosanero a domicilio ). Con Zamparini non ci si annoia mai! Con la partenza di Gaucci verso Santo Domingo, ormai intento a seguire la propria attività di riproduzione e rinvigorimento "perugino" della razza locale, temevamo di aver perso il domatore di allenatori per eccellenza! Invece, ci ha pensato Zamparini a tenere vivo il mercato tecnici durante tutta la stagione.
Il materiale umano a disposizione di Zenga era più che dignitoso, ma non tale da poter pensare ad un piazzamento in Champions. Se una netta vittoria sulla Juve ha fatto perdere di vista le reali ambizioni dei rosanero, forse era meglio un pareggio! In Sicilia è già sbarcato Delio Rossi, dove l'unica incognita che incontrerà sarà il tempo. Le sue squadre hanno infatti bisogno di tempo per giocare a memoria ed assimilare i suoi schemi. Con tutta probabilità stata una scelta guardando il futuro, dove nell'immediato si cercherà di salvare il salvabile portando a termine questa stagione e sfruttare il girone di ritorno come rodaggio per il prossimo anno. In bocca al lupo a Delio Rossi, ma anche a Walter Zenga.
Che Lotito non sopporti più il proprio tecnico Ballardini pare a tutti evidente. Sta solo aspettando un sonoro tre a zero per poterlo spedire a casa. Continuando, la Lazio, a giocare così, ogni giornata può essere quella buona. Il pareggio dell'ultimo turno sul difficile campo del Napoli ha solo prolungato il calvario di Ballardini sulla panchina biancoceleste. Quando manca la fiducia del presidente, salvo miracoli sportivi ripetuti, è solo questione di quando e non di perché. Con le sue prese di posizione nei confronti di quelli che Lotito stesso definisce "dissidenti" (Pandev e Ledesma in primis ), ha indebolito fortemente la squadra. Il progetto del presidentissimo laziale mi piace e la battaglia che sta portando avanti da tempo per un calcio più moralizzato è diventata per tutti, ormai, un'esigenza irrinunciabile. Opporsi, però, alle leggi del libero mercato e costringere certi giocatori a firmare contratti che non gradiscono è una presa di posizione anacronistica. Lasciare fuori rosa chi non accetta le sue condizioni, oltretutto, danneggia la Lazio su più fronti. La rosa non è di quelle di prima fascia e senza l’apporto dei giocatori più rappresentativi non esistono allenatori con la bacchetta magica in grado di trasformare un rospo in un principe. Se proprio non avesse voluto vederli vestire di nuovo la casacca biancoceleste, avrebbe dovuto far cassa, vendendoli già da un bel po' di tempo e reinvestire il denaro incassato. Probabilmente l'orgoglio del presidente, in questo caso, non andava d'accordo con la sua attenta coscienza di imprenditore. Peccato.

23 novembre 2009

Montevarchi - Monteriggioni 2 - 2



Continua la maledizione del Brilli Peri dove i rossoblu non vincono dal 27 sett, gara in cui sconfissero il Sangimignano per uno a zero. E’ vero che il campionato è ancora lungo, ma ormai sono dieci i punti di distacco dalla vetta e solo cinque quelli di vantaggio sulla zona retrocessione. Con questa media di punti, l'obiettivo primario diventerà la salvezza e non un campionato di vertice com’era nelle attese della dirigenza. Peccato per una squadra che gioca un buon calcio evanta giovani interessanti nel proprio organico.

Di scena a Montevarchi la terribile matricola Monteriggioni, che tanto ha ben impressionato in questa prima parte di campionato. Giornata soleggiata con temperatura primaverile al Brilli Peri di Montevarchi.

Primo tempo veramente sottotono per i ragazzi di Mobili, che non riescono ad esprimersi come sanno. Al 5' il giovane Verona si incunea in area lasciando partire un tiro che però viene respinto dall'estremo difensore ospite.

Al 36' vantaggio degli ospiti con Galiani che lavora un bel pallone e serve Sani che, in area da posizione favorevole, segna al volo con un potente diagonale che non lascia scampo a Verdelli.

Monteriggioni al riposo, avanti meritatamente.

È un'aquila diversa quella che scende in campo per disputare i secondi 45 minuti.

Al 18' Leto batte un angolo e in mischia Chiuchiolo segna il pareggio. Seconda rete consecutiva per il difensore rossuble nelle ultime due partite.

Al 23', quando il Montevarchi sembrava poter provare a vincere la gara, nuovo vantaggio degli ospiti: angolo di Biagi dalla sinistra e rete di Argilli, lesto ad approfittare dell'incertezza di Verdelli al quale sfugge la palla dopo un intervento in presa alta.

Il Montevarchi stringe i denti e tira fuori le unghie. È un'aquila che non ci sta a perdere e la reazione d'orgoglio è feroce. È il 32' quando Sala, dopo un prolungato batti e ribatti in area, è bravo ad indovinare il corridoio giusto e mettere in rete la palla del due a due.
Il Montevarchi spinge fino alla fine, ma il risultato non cambia.

Buona la reazione del Montevarchi al doppio svantaggio, ma la squadra non può venir fuori solo quando si trova sotto. Anche mister Mobili, nel dopo gara, evidenzia la troppa paura dei suoi quando si trovano a dover gestire la palla e la troppa fretta in fase di impostazione.
L’Aquila ha tutto il potenziale per poter fare meglio, ma deve mostrare più cattiveria sotto porta.
Gli ospiti hanno raccolto un punto utile per raggiungere la quota salvezza quanto prima e togliersi poi altre soddisfazioni.

Domenica prossima il Montevarchi sarà di scena a Sansepolcro e ci vorrà la miglior Aquila per sperare in una vittoria.

Alé alé Rossoblé!




Ginestra GSA - Arci Levane 1 - 1




Sabato 21 Novembre, sul campo del Pestello Verde di Montevarchi, si è disputato l’incontro fra i padroni di casa della Ginestra ed il Levane. Gara valevole per la nona giornata di andata del campionato Arci Eccellenza girone Valdarno.

Il tempo soleggiato e la temperatura primaverile hanno richiamato molti spettatori ad assistere alla partita. Campo fortunatamente in buone condizioni.

Padroni di casa che sfoggiano la stessa tenuta di sabato scorso con calzettoni gialli, pantaloncini blu a spicchi gialli e maglia gialla con spicchi blu. Ospiti nella tradizionale casacca verde, pantaloncini neri e calzettoni neri.

Nelle file del Levane regolarmente in campo il numero dieci Vernucci, uno in grado di fare la differenza in questa categoria; non recupera in tempo, invece, l’esterno di centrocampo Gragnoli, ex di turno ed ancora dolorante al costato.

Ginestra schierata da mister Benucci con Marini fra i pali, capitan Bucciarelli e Coppi centrali di difesa, Dini e Riccucci sulle fasce. Centrocampo a quattro con Morbidelli e Procelli Gianni nel mezzo, Giusti sulla corsia di sinistra e Bardelli su quella di destra. Di punta il tandem Velotto con il rientrante Romei. Ancora indisponibili Caiani e Procelli Daniele; assente Gaggi al quale vanno i nostri auguri per la nascita del figlio.

Parte subito in avanti il Levane, a dispetto di una classifica che lo vede in ultima posizione e consiglierebbe un atteggiamento più prudente. Al 4’ direttamente su calcio d'angolo battuto da sinistra la palla assume una traiettoria pericolosa e Marini riesce a salvare solo sulla linea di porta.

Dopo questa ghiotta occasione per i biancoverdi, la Ginestra si scuote ed avanza il proprio baricentro. Al 10’ uscita fuori area del estremo difensore del Levane, Picchioni, per anticipare Velotto lanciato a rete.

E’ una partita giocata a viso aperto, con il Levane che non rinuncia all’iniziativa e mantiene il possesso di palla.

Al 21’ il vantaggio della Ginestra: angolo dalla sinistra calciato magistralmente da Velotto, a centro area svetta più in alto di tutti Morbidelli, che di testa indirizza sul secondo palo. Un tiro imparabile che porta i padroni di casa in vantaggio alla prima vera occasione.

E’ un momento buono per i gialloverdi: 27’ Bardelli parte in velocità sulla fascia destra e salta un uomo entrando in area, ma da posizione defilata calcia sull’esterno della rete. Al 30’ gran botta al volo dai 25 metri di Morbidelli che impegna Picchioni a terra.

Al 39’, dopo una lunga pressione del Levane che aveva generato quattro tiri della bandierina consecutivi, Burzi si trova solo davanti a Marini: l’estremo difensore della Ginestra compie un super intervento in uscita respingendo il tiro dell’attaccante ospite. La respinta viene ripresa dallo stesso Burzi, che calcia a botta sicura verso la porta sguarnita: provvidenziale l’intervento di Dini sulla linea di porta. Il pericolo sembra scampato, ma nel proseguo della stessa azione Marini è costretto a compiere un’altra disperata uscita su Falcinelli che, a pochi metri dalla linea di porta, tocca di piatto: il portierone gialloverde riesce a deviare quel tanto che basta per spedire la palla sulla parte alta della traversa. Levane che sul finire del primo tempo va vicino al meritato pareggio in più occasioni. Si va al riposo con la Ginestra in vantaggio di una rete

Ripresa che inizia con il Levane ancora avanti alla ricerca del pari. Già al 3’ gran tiro in girata del numero nove Burzi, neutralizzato da Marini. Nel frattempo esce Dini al cui posto entra Mazzuoli.

Pochi minuti dopo, all’8’, altro cambio nella Ginestra. Questa volta non è una sostituzione tecnica perchè Procelli, probabile stiramento all'inguine per lui, è costretto a lasciare il terreno di gioco: al suo posto il sempre affidabile Belardi, autore di una prova generosa in mezzo al campo.

Al 9’ gran numero di Bardelli sulla destra, si libera del diretto marcatore con un pallonetto e mette al centro per l’accorrente Velotto: l’esperto bomber colpisce di testa, ma spedisce alto. Ancora un cambio con Gori al posto di Riccucci, come sempre impeccabile in fase di marcatura. 11’ minuto, ammonito Mazzuoli per una trattenuta ai danni di un attaccante biancoverde.

Al 12’, direttamente su rinvio lungo di Marini, Velotto vede fuori dai pali Picchioni e tenta il pallonetto dalla distanza che finisce di poco fuori. Stagi rileva Giusti per dare più equilibrio a centrocampo e cercare di contenere le avanzate del Levane.

E’ il minuto 22 quando il numero sette ospite Falcinelli prima calcia al volo impegnando severamente Marini, poi, un minuto dopo, segna la rete del pareggio per i suoi. Con un’abile finta si gira in area e lascia partire un diagonale destro che batte Marini. Incolpevole il portiere della Ginestra sulla conclusione angolata di Falcinelli.

Adesso il Levane viaggia sull’ali dell’entusiasmo e spinge sull’acceleratore: al 25’ gran occasione per Burzi che non riesce ad interviene su un cross teso rasoterra all'altezza del dischetto.

Al 26’ espisodio dubbio in area biancoverde dove il direttore di gara annulla una rete a Bardelli sanzionando una carica di Velotto ai danni del portiere.

La partita attraversa una fase un pò nervosa di gioco, dove la Ginestra cerca di riorganizzarsi ma non riesce ad imbastire trame offensive che la portino al tiro. Al 30’ ammonito Gori. Si arriva ai minuti di recupero senza nessuna occasione da rete. Al terzo di recupero ammonito Coppi che stende un attaccante del Levane pericolosamente lanciato verso l’area di rigore. Sulla punizione che ne segue, Burzi calcia potente di poco alto sulla traversa. Finisce in parità, probabilmente il risultato più giusto per quanto visto in campo.

Prova sottotono della Ginestra che avrebbe dovuto far un sol boccone del fanalino di coda Levane e che invece ha rischiato di perdere. Ospiti, intraprendenti fin dai primi minuti di gioco, hanno avuto il merito di non chiudersi mai ed hanno condotto le operazioni di gioco per larghi tratti dell'incontro.
In cabina di regia si è sentita molto l’assenza di Gaggi; inoltre, l’uscita per infortunio di Procelli ha tolto una pedina importante alla squadra di Benucci in una fase di gara in cui i padroni di casa stavano soffrendo la pressione degli ospiti. Classifica bugiarda per il Levane che alla luce di quanto dimostrato sabato merita sicuramente di più. La Ginestra dovrà riprendersi quanto prima, a partire dal sentitissimo derby con il Levanella, in calendario già il prossimo turno.


Nella foto in alto Federico Gori, difensore della Ginestra







20 novembre 2009

Finalmente la Serie A!



Finalmente torna la nostra serie A! Eravamo già in crisi di astinenza. Parliamoci chiaro: le domeniche senza il campionato non sono le stesse. Il senso di noia che ti pervade la domenica sera non ha cura se non con la storica Domenica Sportiva. La colazione del lunedì mattina, al bar sotto casa, non ha lo stesso sapore se nella Gazzetta non trovi commenti, interviste e classifica del turno di campionato. Quando gioca la nazionale è una grande festa, lo riconosco, un evento collettivo che ci schiera tutti dalla stessa parte. In una notte di luglio del 2006, in milioni abbiamo invaso le strade della nostre città per rendere omaggio all’Italia di Lippi campione del mondo. Il fatto è che il campionato ha un legame viscerale con gli italiani e non esiste evento calcistico che lo possa sostituire. Prepariamoci ad accogliere con un ben tornato la nostra serie A, pronta come sempre a rendere più vivi i nostri fine settimana
“Se Balotelli tifa Milan, allora Pato è interista!” Queste le parole di Mourinho alla vigilia della tredicesima giornata di Serie A. Turno che vedrà i nerazzurri scendere in campo per primi domani, alle 18.00, al Dall’ara di Bologna. Una dote del tecnico di Setubal è quella di non essere una persona banale. Anche se a volte risulta un po’ troppo polemico, dimenticandosi il ruolo istituzionale, ci piace la sua schiettezza ed il coraggio di dire quello che pensa. Inoltre, come nel caso di Balotelli, reo di aver confessato ad un bimbo ricoverato in un centro per problemi motori di tifare Milan, ha dismostrato di dare il giusto peso alle chiacchiere di una certa stampa che voleva trasformare un gesto d’affetto verso chi soffre in un mare inutile di polemiche. Domani sera si torna a fare sul serio ed il Bologna, schierato con tutta probabilità da Colomba con il tridente Adailton Zalayeta e Di Vaio, non avrà nessuna voglia di chiedersi per quale squadra tifi il Super Mario nerazzurro. I felsinei cercheranno di rallentare la corsa della capolista, approfittando della difficoltà che ha avuto Mourinho nel preparare la gara a causa del rientro di tutti nazionali completatosi solo nella giornata di ieri Auguri di pronta guarigione al giovane Santon che ieri si è sottoposto all’intervento per la rimozione del menisco esterno del ginocchio destro: sarà di nuovo in campo fra un mese.
A seguire, ore 20.45 stadio Artemio Franchi, la Fiorentina ospita il Parma dei miracoli, distanziato in classifica di solo un punto dai viola. Un’occasione d’oro per la squadra di Prandelli di ristabilire le gerarchie in campionato e non perdere punti dalla zona Champions. Nei ducali, Bojinov, col morale alto dopo la rete segnata in nazionale nell’amichevole contro Malta, dovrebbe far coppia in attacco in Amoruso in un cinque-tre-due che prevede le ripartenze come arma vincente per sbancare il Franchi. In casa viola preoccupano le condizioni di Jovetic, ancora dolorante al piede; con Mutu ancora fuori per l’intervento al menisco, Prandelli dovrà ridisegnare il reparto offensivo dove l’unica certezza sarà il bomber Gilardino.
La “vecchia” serie A della domenica prevede un Roma-Bari che in altri tempi sarebbe stato da uno fisso, ma in questa stagione ogni risultato è possibile. La prima cosa che balza all’occhio è che i giallorossi hanno tre punti in meno dei pugliesi, hanno già perso cinque gare a differenza delle due sole sconfitte subite della squadra del presidente Matarrese. Il Bari, inoltre, vanta la miglior difesa del torneo. La squadra di Ventura sarà seguita all’Olimpico da una nutrita rappresentanza di tifosi, motivo in più di preoccupazione per la compagine di Ranieri. La Roma, assente De Rossi ancora convelescente, avrà i disposizione i suoi uomini migliori, a cominciare dal capitano Totti e dalla “bestia” Julia Baptista, tornato carico dall’esperienza con la seleçao in Oman.
Cliente scomodo anche per il Milan, che a San Siro riceve il Cagliari formato corsa-Champions di mister Allegri. I sardi, provenienti da quattro vittorie consecutive, tenteranno il colpaccio anche in casa di un ritrovato Milan. Si prospetta una sfida scintillante e ricca di spettacolo grazie ai tridenti che i due allenatori dovrebbero mandare in campo: Jeda, Matri e Nené del Cagliari avranno il compito di segnare un goal in più di Pato, Borriello e Ronaldinho.
Trasferta pericolosa per la Lazio al San Paolo di Napoli, dove gli azzurri di Mazzarri sono in ottima forma e pronti a dare la spallata decisiva alla sempre più traballante panchina di Ballardini. Il reparto offensivo dei partenopei composto da Hamsik, Lavezzi, Quagliarella spaventerebbe chiunque, figuriamoci una Lazio in pieno stato confusionale. I biancocelesti proveranno ad invertire la tendenza negativa di questa stagione schierando il gioiellino Zarate dietro al tandem d’attacco Rocchi –Cruz.
Il posticipo della tredicesima giornata vedrà la Juventus, finalmente senza problemi di formazione, ricevere l’Udinese, orfana dello squalificato Di Natale e con Floro Flores in forte dubbio dopo due settimane di stop. Fra i bianconeri torinesi, chiamati a confermare l’ottima vittoria esterna contro l’Atalanta, potrebbe fare il suo esordio stagionale Del Piero. Possibile ballottaggio fra Trezeguet ed Amauri in uno schieramento che prevede l’impiego di Camoranesi, Diego e Giovinco(o Del Piero ) a sostegno di un’unica punta. In casa friulana probabile l’utilizzo fin dal primo minuto dell’ariete Corradi.
Completano il quadro delle partite Livorno – Genoa, Sampdoria – Chievo, Palermo – Catania e Siena – Atalanta.

19 novembre 2009

Legagli le mani, Trap!



Caro Trap è giusto che tu sappia che siamo tutti con te. Noi tutti, l’Italia intera è con te, siamo uniti contro l’ennesimo furto da parte dei francesi. Dopo la Gioconda, la Francia ha compiuto un altro crimine storico di cui sentiremo parlare le generazioni future. Povero Trap, l’allegra banda di Domenech ti ha scippato la qualificazione alla fase finale dei mondiali. Si sa, storicamente, i francesi sono di mano lesta e tutto ciò che non possono creare o raggiungere con i propri mezzi, se lo prendono. Pensa, non molto tempo fa volevano prendersi la coppa del mondo a testate! Meno male che hanno trovato Mate-muro di fronte a loro!

Al di là delle battute e del comprensibile rammarico degli irlandesi, Trapattoni incluso, la Francia non meritava di andare in Sudafrica. I transalpini hanno disputato un girone di qualificazione giocando male ed altamente al di sotto delle loro capacità. Nella gara di ieri, l’Irlanda ha nettamente surclassato i galletti sul piano del gioco ed ha avuto la sola colpa di non esser stata capace di raddoppiare e chiudere in anticipo il discorso qualificazione. Una volta ai supplementari la beffa: lancio in area irlandese, Henry sbuca dietro a due difensori e per evitare che la palla termini sul fondo, la stoppa aiutandosi con la mano. Il francese tocca per ben due volte la palla con la mano, prima stoppandola e poi aggiunstandosela; finalmente, ricordatosi di essere nel bel mezzo di una partita di calcio, la mette al centro, di piede, verso Gallas che da distanza ravvicinata insacca di testa. Per l’arbitro è tutto regolare, gli irlandesi sono imbufaliti. Solo nel dopo gara Henry ammetterà di aver toccato il pallone con la mano.

Non sono mancate le sorprese in questo secondo e decisivo turno valevole per gli ultimi posti disponibili al mondiale. L’impresa più grande l’ha compiuta la Slovenia, nazionale che parteciperà alla coppa del mondo per la prima volta nella sua storia. A Maribor, i padroni di casa sono stati capaci di battere la Russia per un uno a zero, dopo esser stati sconfitti a Mosca nella gara d’andata per due a uno. Ai fini della qualificazione è risultato pesantissimo quel goal segnato dagli sloveni proprio nei minuti finali della gara d’andata, sul punteggio di due a zero a favore dei russi e quando ormai il biglietto per il Sudafrica sembrava perso. Decisiva, nella gara di ieri, la rete dell’attaccante Dedic. L’unica spiegazione al disastro russo può essere che la squadra di Hiddink, nettamente superiore per esperienza e tasso tecnico, abbia sofferto la condizione di forma dei giocatori che militano in patria, dove il campionato è arrivato alle ultime giornate e la stanchezza si è fatta sentire. Una grande delusione per il mago Hiddink, abituato a compiere imprese sulle panchine di mezzo mondo.

A Doneck l’Ucraina, dopo essere uscita indenne dalla bolgia greca dell’andata, era pronta a festeggiare il pass qualificazione davanti al proprio pubblico. Sheva e compagni, invece, hanno subito la rete del vantaggio della Grecia alla mezz’ora del primo tempo ad opera di Salpingidis e non sono stati in grado di ribaltare il risultato, nonostante le occasioni favorevoli create. Una vera e propria beffa per gli ucraini, convinti ormai di centrare la qualificazione.

Tutto come da pronostico per il Portogallo, che con l’identico risultato di uno a zero dell’andata ha battuto la Bosnia. A Zenica la Bosnia, spinta dal proprio pubblico, parte forte assediando la difesa portoghese. Il Portogallo aspetta l’avversario cercando di contenere le folate offensive dei padroni di casa, pericolosi soprattutto con Dzeco. I lusitani colpiscono in contropiede con una rete di Raul Meireles che regala ai suoi la vittoria per uno a zero e scatena la rabbia dei tifosi serbi, che lanciano in campo un pò di tutto.

Non te la prendere Trap, cerca di dosare bene i moccoli e non esaurire il bouns prima della pensione. Mettiti l’animo in pace, che tanto la Fifa non accetterà mai di rigiocare la partita: potrebbe farlo per “errore tecnico”, ma non lo farà, altrimenti sai quanti incontri si rigiocherebbero al lunedì per un rigore non assegnato la domenica o una palla che ha oltrepassato la linea di porta, ma nessuno se n’è accorto!?

Se anche il mondiale sarà ricco di sorprese come lo sono stati questi spareggi, ci sarà sicuramente da divertirsi. L’importante sarà, per il bene e la credibilità del calcio, tenere le mani a posto!

Risultati Arci Eccelenza Valdarno 8° giornata



Risultati

Giglio V. Pietr. Incontro SC 1 - 1
Ginestra Pol. R.Masi 2 - 1
Leccese Arci Levane 2 - 1
Ponterosso Bocciofilo 4 - 1
Arci Penna Levanella 2 - 0
Fulgor Incisa Arci Matassino 0 - 1
GSA Cascia Pol. Pietr. 3 - 0
Italfiasco Arci Buc/Merc 3 - 1


Dopo l'ottava giornata di campionato restano praticamente invariate le posizioni di testa della classifica. Delle prime sei della classe, vincono tutte ad eccezione del Levanella, sconfitto per due a zero dalla Penna. La capolista Leccese supera in casa il fanalino di coda Levane, mentre i diretti inseguitori del Ponterosso sommergono di reti il Bocciofilo. I figlinesi si dimostrano ancora una volta una macchina da goal infallibile; pericolosissimi da affrontare fra le mura amiche dove mantengono costantemente il comando delle azioni. Il Matassino tiene il passo delle prime due espugnando di il difficile campo della Fulgor di Incisa. La Ginestra conferma il suo momento positivo e regola una rimaneggiata Remo Masi, scesa sul campo del Pestello con ben 10 giocatori indisponibili. Mai in discussione la vittoria interna del Cascia, che rifila tre reti alla Polisportiva Pietrapiana. Convincente anche la vittoria dell'Italfiasco che, in casa, batte nettamente il Bucine/Mercatale, garantendosi una posizione stabile a centro classifica. In coda pareggio per uno a uno fra il Giglio Verde e l'Incontro, un risultato che non migliora la posizione di classifica delle due squadre, che occupano rispettivamente la terzultima e penultima posizione. Prossimo turno che vede il Levanella, voglioso di un pronto riscatto, fare visita alla Leccese in uno scontro che promette scintille. Da segnalare anche la pericolosa trasferta per il Matassino, ospite del sorprendente Cascia.


Classifica

Leccese Usd 20
Ponterosso GS 19
Arci Matassino 18
Ginestra GSA 16
GSA Cascia 16
Levanella ASD 13
Arci Penna 12
Italfiasco APD 12
Pol. Remo Masi 10
Arci Buc/Merc. 9
Pol. Pietrapiana 8
Bocciofilo GS 5
Fulgor Incisa 4
Giglio Verde Pietrap. 4
Incontro 3
Arci Levane 2


Prossimo Turno

Giglio V. Pietr. Pol. R. Masi
Ven 20/11 ore 21.30 Regg.
Ginestra GSA Arci Levane
Sab 21/11 ore 15.00 Pestello
Leccese USD Levanella
Sab 21/11 ore 14.30 Leccio
Ponterosso GS Incontro
Sab 21/11 ore 14.30 Figline
Arci Penna Arci Buc/Merc
Lun 23/11 ore 21.00 Terran.
Bocciofilo Fulgor Incisa
Gio 19/11 ore 20.45 S.Giov.
GSA Cascia Arci Matassino
Lun 23/11 ore 21.30 Regg.
Italfiasco Pol. Pietr.
Lun 23/11 ore 21.15 Faella